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al testo di Amina Narimi
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Sono file d’anime in vigilia coniugate accanto all’uva, un fremito d’api al succo maturo che indugia e sussulta nel cuore allagato
Così prossimi noi a quel nome, il più dolce dell’anno, nella cala nascosta dei secchi pronti all'aurora, affondiamo, con lo spasmo sublime dei piedi, nel piccolo foro del chicco, ebbri cerchi di luce, le nostre dita d’oro i loro re
-nella ghianda lucente c’è movimento un movimento caldo, l'inizio di una forma riconduce lo splendore nella cripta, il succo del sublime, di quando eri con me soltanto una coscienza, un vento vivo e forte nel faggeto, un terzo cielo confuso per natura-
Con l’ultimo sapore del sole nell'ultima riserva di respiro faremo vendemmia con l'anima nel denso del vino ora posano le luci, sull’acqua, sull’altare dei pesci lucenti e tra le viti sale una festa dai nostri volti, dove rinasce |
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